Significato di “Lā Ilaha Illāllāh”

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بسم الله الرحمن الرحيم

معنى لا إله إلا الله

Significato di “Lā Ilaha Illāllāh”

Šaī Abū Basīr A-artūsī

 “Lā Ilaha Illāllāh” significa: “Non c’è altro dio (Mā’lūh), né altro idolo (Ma`būd) avente diritto d’esistere eccetto Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā)”. Essa [testimonianza] poggia su due pilastri fondamentali: il pilastro comprendente la negazione (Nafī) assoluta dell’esistenza di altre divinità, che siano degne di essere adorate; ed è rappresentato dalla prima parte della testimonianza (Šahādat): “Lā Ilaha”. L’altro pilastro, comprendente la parte dell’attestazione che il Solo Idolo avente diritto d’esistere è Egli, Allāh, Unico, è rappresentato dalla seconda parte della testimonianza: “Illāllāh”; una negazione seguita da una [preposizione esprimente] esclusione: “Illā”. Ciò sta a indicare, in estrema sintensi e analisi, che il Solo Idolo avente diritto d’esistere è Egli, Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), Unico, senza consoci. In merito a questa definizione elenchiamo a seguire le seguenti postille e osservazioni:

1. Chi dichiari la parte della testimonianza relativa alla negazione, senza dichiararne la parte relativa all’attestazione non è un credente (Mū’min). E chi dichiari la parte dell’attestazione, senza dichiararne la parte relativa alla negazione, similmente non è un credente. E non è un credente nemmeno se non concilia assieme i pilastri: la negazione e l’attestazione della dottrina, [mediante] la parola e l’azione; sia esteriormente che interiormente. E come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) riguardo ai Compagni della caverna (Aṣḥāb al-Kahf):

وَإِذِ اعْتَزَلْتُمُوهُمْ وَمَا يَعْبُدُونَ إِلَّا اللَّهَ فَأْوُوا إِلَى الْكَهْفِ

“Quando vi sarete allontanati da loro e da ciò che adorano all’infuori di Allah, rifugiatevi nella caverna…” (Sūrat al-Kahf, 16)

Essi convennero sui pilastri; lungi dai politeisti (Mušrikūn), dagli idoli (awāghīt), e dalle false e mendaci divinità. E non rigettarono il culto (`ibādat) di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), perchè Egli è l’Unico Dio degno di adorazione (`ibādat), e d’obbedienza (ā`at). Così come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) a proposito del Profeta Ibrāhīm (`alaīhi as-Salām):

وإذ قال إبراهيم لأبيه وقومه إنني براء مما تعبدون . إلا الذي فطرني فإنه سيهدين

“E [rammenta] quando Ibrāhīm disse a suo padre e al suo popolo: - Io rinnego tutto quel che voi adorate, ad eccezione di colui che mi ha creato,  poiché egli mi guiderà.” (Az-Zuruf, 26-27)

E disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):

أفرأيتم ما كنتم تعبدون . أنتم وآباؤكم الأقدمون . فإنهم عدو لي إلا رب العالمين

“[Disse Ibrāhīm]: – Avete riflettuto su ciò che adoravate, voi e i vostri avi? Essi sono miei nemici, eccetto il Sovrano dei mondi.” (aš-Šu`arā’, 75-77)

Ibrāhīm (`alaīhi as-Salām) annunciò il suo antagonismo e il suo distacco da tutte le [false] divinità adorate all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), il Solo Dio avente diritto [all’esistenza], ammettendo quindi unicamente il Suo [di Allāh] culto (`ibādat) e la Sua [di Allāh] Maestà (Mawālāt). Queste e altre āyāt indicano che i politeisti adoravano Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), ma Gli associavano nel culto (`ibādat) altre divinità. Pertanto [Ibrāhīm] dichiarò il suo rigetto (Barā’) assoluto, rispetto a ciò che essi [politeisti] adoravano ad eccezione del Creatore (Khāliq), il degno di adorazione.

2. L’espressione “avente diritto d’esistere”, è allo scopo di escludere le false divinità che essi [i politeisti] adoravano all’infuori di Allāh, e che sono prive di qualsiasi attributo (ifat) che gli conferisca il diritto di essere adorate. E ciò che essi adorano all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), come le false divinità, non hanno nulla che gli dia il diritto di rientrare nel significato del culto. Non posseggono realmente le caratteristiche (Khaā’ī) e gli attributi  (ifāt) che le possano elevare al rango della Divinità (Ulūhīyat), e che ne sanciscano la legittimità del culto con o all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Si potrebbe asserire che esistono in realtà divinità e idoli che vengono adorati all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā); e noi diciamo che esistono delle divinità, ma che non posseggono le caratteristiche e gli attributi  della Divinità. Essi [idoli] sono quindi adorati falsamente e senza diritto alcuno, e la testimonianza dell’Unicità (Šahādat at-Tawīd) di Allāh, non negano assolutmente che vi siano delle altre divinità in realtà, ma negano assolutamente l’esistenza di divinità che posseggano le caratteristiche e gli attributi che le possano elevare al rango della della Divinità, e che ne sanciscano la legittimità del culto con o all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Il primo pilastro della testimonianza dell’Unicità è “Lā Ilaha”… ed Egli è la “Divinità”, ossia: “Non c’è divinità avente diritto d’esistere eccetto Allāh”. La Verità presenta le caratteristiche e gli attributi della Divinità, la quale è degna di essere adorata, Unica, senza consoci, e verso la quale i suoi servi debbono tendere. Tutto ciò subentra al significato del culto secondo la Legge.

3. Con questa definizione (Ta`rīf) e interpretazione (Tafsīr) della testimonianza  dell’Unicità illustriamo la corruzione (Fasād) del senso – da parte della maggioranza delle persone oggi – della testimonianza dell’Unicità, e dell’interpretazione della testimonianza della Signorìa di Allāh soltanto. Come il significato delle parole: non c’è Creatore (Khalīq), né Danneggiatore (ārr), né Benefattore (Nāfi`), né Elargitore (Rāzaq), né Vivificatore (Muī), né Mortificatore (Mumīt), né Sovrano (Mālik) eccetto Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). E questo significato, anche se può essere parzialmente corretto rispetto al fatto che Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā) sia il solo ad essere descritto con quanto sopra, tuttavia non riguarda il significato implicito nella testimonianza dell’Unicità: Lā Ilaha Illāllāh”. Ma questo significato venne adottato in passato dagli associatori, che non entrarono in disaccordo con i profeti (Anbīyā’) con ciò. La loro disputa invero era incentrata su quale fosse la divinità degna di adorazione, laddove rendevano il culto alle loro divinità, ai loro idoli, e alle loro icone all’infuori di Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā), pur sapendo e accettando il fatto che il Creatore (Khalīq), il Danneggiatore (ārr), il Benefattore (Nāfi`), l’Elargitore (Rāzaq), il Vivificatore (Muī), il Mortificatore (Mumīt), il Sovrano (Mālik) è Egli, Allāh Solo. Per questo che essi vennero definiti degli associa tori (Mušrikūn) e dei denegatori (Kuffār), meritevoli d’essere combattuti e contrastati per tramite dei profeti e dei messaggeri (alawāt Allāh wa-Salāmuhu `alaīhim). Come disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):

ولئن سألتهم من خلق السماوات والأرض ليقولنَّ الله

“E se chiedi loro: – Chi creò i cieli e la terra? Diranno: – Allāh.” (Luqmān, 25)

E disse Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā):

قل لمن الأرض ومن فيها إن كنتم تعلمون سيقولون لله قل أفلا تذكرون

“Dì: – A chi appartiene la terra e ciò che v’è in essa? [Ditelo] Se lo sapete! Diranno – Ad Allāh. Dì: – Non riflettete dunque?” (al-Mū’minūn, 84-85)

Essi erano pertanto degli idolatri poichè prestavano il culto ad altri che non Allāh (Subānahu wa-Ta`ālā). Quindi colui che attesti la testimonianza dell’Unicità soltanto parzialmente, non ha compreso interamente la testimonianza dell’Unicità di Allāh  così come ordinato da Allāh e dal suo Messaggero (allāllāhu `alaīhi wa-Sallam) e non trarà beneficio alcuno nel Giorno della Resurrezione (Yawm al-Qīyāmat), e non c’è alcun dubbio che costui faccia parte degli idolatri.

4. La testimonianza dell’Unicità: “Lā Ilaha Illāllāh”, comprende tre categorie: l’Unicità della Divinità di Allāh (Tawīd al-Ulūhīyat), l’Unicità della [Sua] Signoria (Tawīd ar-Rubūbīyat), e l’Unicità dei [Suoi] nomi e attributi (Tawīd al-Asmā’ wa--Sifāt).

5. Ciò che vediamo al giorno d’oggi, è il fatto che molte persone, inclusi alcuni tiranni (awāghīt), hanno preservato la testimonianza dell’Unicità di Allāh così come definita precedentemente, così che qualora si chieda a qualcuno di loro circa il significato della testimonianza dell’Unicità di Allāh, risponderebbero immediatamente, e senza alcuna esitazione o reticenza: “Non c’è nessuno che sia degno di adorazione ad eccezione di Allāh”! Essi attestano tale testimonianza senza coprenderne le connotazioni e i significati, e senza vagliarne gli obblighi e le implicazioni che ne derivano! Essi convengono circa questa definizione, e al tempo stesso adorano e assumono altre divinità assieme ad Allāh. Essi convengono su questa definizione soltanto a parole, in modo tale che possono ovviare e proteggersi dagli attacchi e dalle accuse rivolegli da coloro che li tacciano di ignoranza e di mancanza di conoscenza rispetto all’Unicità. Costoro sono come chi attesti la testimonianza dell’Unicità di Allāh senza conoscerne il significato, o come chi attestandola, si sottragga ai suoi doveri e obblighi. La semplice attestazione della testimonianza dell’Unicità di Allāh non sarà di alcun beneficio per costoro, né per chi la conosca a memoria. Nn riconosceranno la loro responsabilità e la loro colpevolezza né in questa vita (Dunyā), né nell’altra (Ākhirat).

http://www.altartosi.com/book/book13/sec08.html

Publié dans Tawhid-Monoteismo

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