Vi sono scusanti per ignoranza nelle questioni di `aqīdat oppure no?

Publié le par Al Italî

 

هل يُعذر بالجهل في أمور العقيدة أم لا؟

 

Vi sono scusanti per ignoranza nelle questioni di `aqīdat oppure no?

 

Al-Šayḳ `Alī b. Ḳuḍayr al- Ḳuḍayr

 

Domanda:

 

Vi sono scusanti per ignoranza nelle questioni di `aqīdat (fede/dottrina) oppure no? E qualora discolpassimo qualcuno per la sua ignoranza, potremmo dire che egli abbia in un certo qual modo vanificato o reso inutili le sue azioni a causa della sua ignoranza?

 

Risposta:

 

Per quanto concerne lo širk al-Akbar, non ci sono scusanti per l’ignoranza, e v’è ijmā` a questo proposito; v’è ijmā` sul fatto che non siano ammesse scusanti, come sostenuto da Ibn al-Qaīym in “Ṭarīq al-Hijratayn” [1], e dagli a’īmmat della da`wat (nel Najd).

 

Chiunque commetta širk al-Akbar, immolando per altri che non Allāh, o invocando gli awlyā’, o i maqbūrīna, o legiferando con leggi positive, etc. è un mušrik; sia nel caso in cui egli faccia širk per ignoranza, sia a causa di un malinteso, che per errore.

 

Disse Ibn Taymīyat in “al-Fatāwā” (37-20/38):

 

 

  (واسم الشرك يثبت قبل الرسالة لأنه يعدل بربه ويشرك به)

 

Il nome ‘širk’ fu designato prima che giungesse il messaggio (al-Risālat), perché con esso si attribuiscono consoci e consimili al Sovrano (Rabb).”

 

E il senso delle parole di Ibn Taymīyat: è detto mušrik chiunque attribuisca consimili o consoci al suo Rabb, ancor prima che giunga ad egli il messaggio; vale a dire: anche nel caso in cui costui sia un ignorante.

Se si intende approfondire questo argomento, rimando ai miei seguenti libri:

 

1)      Kitāb al-Mutammimat li-Kalām a’īmmat al-Da`wat;

2)      Kitāb al-Jam`a wa-‘l-Tajrīd šarḥ kitāb al-Tawḥīd (Cap. “al-Ḳawf min al-Širk);

3)      Kitāb al-Tawḍīḥ wa-‘l-Tatmāt `ala kašf al-Šubuhāt.

 

Per quanto concerne le questioni palesi:

 

Esse riguardano ciò che è noto alla maggioranza. Per colui che non viva fra i musulmani e si trovi in una landa sperduta, o sia alle prime armi con il kufr, o sia nato e cresciuto in un paese dei kuffār, è perdonato a causa della sua ignoranza e della sua interpretazione (tā’wīl) rispetto a quanto ha appreso.

 

Per quanto concerne le questioni latenti:

 

Esse riguardano ciò che è noto soltanto agli `ulamā’ o a una minoranza. In questo caso il reo è perdonato a causa della sua ignoranza e del suo tā’wīl, fintanto che persista e non svanisca l’incertezza, poiché l’ignoranza predomina nel nostro tempo.

 

Per quanto concerne le questioni palesi e le questioni latenti:

 

Non v’è differenza fra le questioni di `aqīdat o di fiqh e le regole; formano un tutt’uno.

 

Per quanto concerne la questione dell’inutilità delle azioni…

 

Questa è legata alla morte, dipende da come si muore. Ciò si evince dalla dichiarazione:

 

 

(ومن يرتدد منكم عن دينه فيمت وهو كافر فأولئك حبط اعملهم)

 

E chi di voi rinnegherà la sua religione e morirà, sarà pertanto un kāfir. E inutili sarannò le loro azioni.” (S2,V217)

   

Wa-lilāhi al-Ḥamd

 

http://www.tawhed.ws/r?i=umrm7xaw

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[1] Ecco l’ijma’ (consenso) di Ibn al-Qayyim, rahimahoullah, disse :

 

 

طبقة المقلدين وجهال الكفرة وأتباعهم وحميرهم الذين هم معهم تبعاً لهم يقولون: إنا وجدنا آباءَنا على أُمة، ولنا أُسوة بهم. ومع هذا فهم متاركون لأهل الإسلام غير محاربين لهم، كنساءِ المحاربين وخدمهم وأتباعهم الذين لم ينصبوا أنفسهم لنا نصب له أُولئك أنفسهم من السعى فى إطفاءِ نور الله وهدم دينه وإخماد كلماته، بل هم بمنزلة الدواب.
وقد اتفقت الأُمة على أن هذه الطبقة كفار وإن كانوا جهالاً مقلدين لرؤسائهم وأئمتهم

[Tarîq Al Hijratayn, pagina 411]

   

Publié dans Tawhid-Monoteismo

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