Impiccate l’ultimo governante arabo con le budella dell’ultimo šayḳ di palazzo

Publié le par Al Italî

بسم الله الرحمن الرحيم


أشنقوا آخر حاكم عربي ... بأمعاء آخر شيخ رسمي

Impiccate l’ultimo governante arabo con le budella dell’ultimo šay
di palazzo

 

Al-Šay al-Mujāhid Louis `Atīyat Allāh (afiahullāhu)

 

 

 

Ho seguito il programma sul canale al-Jazīrat intitolato “Tata al-iār” (‘Sotto assedio’) ...  Ho udito le parole dei chiamanti e delle chiamanti … da ogni parte del mondo … I musulmani … erano arrabbiati … I musulmani … soltanto … Alcuni di loro piangevano durante il loro discorso … Altri singhiozzavano ma riuscivano a contenersi. Così non gli è stato possibile parlare!

 

I messaggi di questi chiamanti convergono su due punti:

 

Primo: che tutti I governanti arabi, senza eccezione, sono soltanto feccia e traditori!

 

Secondo: tutti reclamano l'apertura della porta del jihād.

 

Le parole infuocate dei chiamanti, e le loro frecce incandescenti contro i governanti arabi non hanno mai fine. Tutti inveiscono contro i governanti arabi, come a voler dire: “impiccate tutti i governanti arabi…”

 

Ma se l’impiccagione fosse proprio necessaria, nonostante io personalmente mi dichiari contrario all’impiccagione, non essendo essa un mezzo legittimo per uccidere; tuttavia sono favorevole all’uso della spada,  e l’impiccagione rappresenta come un castigo per lo spirito (rū) del governante arabo! Dico, che se fosse proprio necessaria, che avvenga dunque, con le budella dell’ultimo šay di palazzo.

 

Questa fatiscente organizzazione di šuyū di palazzo non gioca un ruolo meno pericoloso sulla Ummat del ruolo svolto dai governanti traditori.

 

Questi šuyū rappresentato la copertura legale per tutto quel che i governanti fanno in relazione al tradimento della Ummat … E i governanti non avrebbero il coraggio di tradire se esistesse qualcuno che esponesse e rivelasse le loro falsità … o se la sua legittimità crollasse agli occhi della gente comune.

 

Costui è pertanto partecipe e complice nel crimine …

 

Non è ammissibile giudicare il governante e ritenerlo responsabile senza tenere conto di coloro che hanno facilitato il suo lavoro, di chi gli ha fornito i documenti legali decretando che le azioni del governante sono gradite ad Allāh e che egli grazie ad esse entrerà nel jannat. E noi, il resto della Ummat, entreremo nel nār se la nostra posizione consiste nel respingere questo tradimento!

 

.

Questi šuyū di palazzo … sono soltanto degli stolidi šayāīn, non sanno quel che fanno e non si rendono conto dell’entità del pericolo in cui sono incappati, né della portata del danno che hanno arrecato alla Ummat … Se pensano che la Religione di Allāh sia soltanto un impiego che utilizzano per vivere!

 

Ogni governante che tradisce la Ummat è soltanto un lurido šayān, e ogni šay o `ālim che tace su questo governante è anch’egli uno šayān, ma uno šayān dalla lingua mozzata.

 

E qui dobbiamo sottolineare alcuni principi di illustri salaf su questo argomento.

 

Primo: Non v’è alcun rispetto (urmat) nell'Islam per un traditore, un ipocrita, o un infedele. Il tradimento e l’infedeltà annullano interamente il carattere di inviolabilità (urmat); pertanto è consentito descrivere l’`ālim che tace sull’oppressione, sull’ingiustizia, sulla tirannia, e sul kufr come un `ālim corrotto, un `ālim traditore o un `ālim ipocrita; ogni `ālim secondo le sue azioni e la portata del suo tradimento.

 

Se `Umar definì “ipocrita” āib (raī Allāhu `anhu) nonostante avesse partecipato a Badr, il Profeta (allā Allāhu `alayhi wa-Sallam) non lo ripudiò, ma dichiarò che āib fu partecipe a Badr. E coloro che parteciparono a Badr sono specificatamente perdonati.

 

Pertanto è facile definire “ipocriti” quegli šuyū che edificano tutta la loro oppressione, la corruzione e il kufr con cui ledono l’onore della Ummat. Anzi essi offrono una copertura legale a questa dissolutezza, e sostengono che ciò sia gradito ad Allāh!

 

È una menzogna e un imbroglio nella religione di Allāh il fatto di dire: “la carne degli  `ulamā’ è avvelenata”, non è avvelenata in ogni caso, ma parte di essa è alāl, quando l’`ālim tradisce la Ummat, e tace sul kufr e sul tradimento, fornendo ai governanti persino delle scusanti per farli proseguire nelle loro azioni.

 

Secondo: la responsabilità giuridica degli `ulamā’ non consiste nell’essere dalla parte dei governanti. Questi non sono `ulamā’, ma mercenari corrotti.

 

Il vero compito giuridico dell’`ālim è nella dichiarazione di Allāh Ta`ālā:

 

( لتبيننه للناس ولا تكتمونه   )

 

Lo renderete noto agli uomini, e non lo terrete nascosto” (S3, V187)

 

E chi sono questi uomini?

 

Noi e il resto del popolo della Ummat…

 

Se l’`ālim non ci mostra la verità, e fa ogni cosa in relazione al governante, e plagia le nostre vite in base a quel che soddisfa il governante o a quel che gli arreca del dispiacere, allora questo non è un `ālim, ma un vile impiegato statale senza dignità e senza onore.

 

Terzo: le qualità del pio `ālim, (e non dell’ `ālim  di palazzo), si esprimono allorquando egli difende Allāh e il suo Rasūl ancor prima di difendere il governante o sé stesso…

 

Quarto: L’ `ālim che pensa di poter prendere una posizione mediana (o di compromesso), tra il compiacimento di Allāh e il compiacimento del governante, è ancora più pericoloso rispetto all’ `ālim  di palazzo… E tra le questioni del nostro tempo v’è che il compiacimento di Allāh e il compiacimento del governante non possono conciliarsi, se non c’è come requisito una fornace ardente d’acqua.

 

Come disse il poeta:

 

"Colui che ricerca le questioni contro la natura della fonte verrà interrogato in una fornace ardente d’acqua!"

 

Allāh ha imposto l’adozione della sua legge, e se la legge di Allāh deve essere veramente stabilita, la prima vittima sono proprio i governanti arabi!

In tutta la storia dei salaf, dopo il tempo dei ulāfat al-Rāšidat, il rapporto tra i pii `ulamā’ e i governanti divenne contrastante.

Pertanto un pìo `ālim non può tacere su un governante dissoluto, e uno sciocco governante non può non può portare seco un pìo `ālim.

 

Il contrasto cessa qualora il governante anteponga il compiacimento di Allāh al compiacimento di sé stesso; come fecero gli `ulamā’ con `Umar Ibn `abd al-`Azīz…

 

Ma la differenza tra i governanti del passato e i governanti contemporanei è come la differenza tra l’Occidente e l’Oriente ... I governanti del passato erano oppressori, ma non erano traditori  e alleati dell’Occidente … Furono ingiusti all’interno, ma non tradirono la Ummat, e durante la loro epoca accrebbero le conquiste dell’islām, e la Ummat rimase coesa, e fu temuta dai nemici esterni.

 

Anche se un `ālim fu servile verso il governante in quel periodo, e divenne “di palazzo”, il suo peccato fu perdonabile e minore se paragonato a quello degli `ulamā’ di palazzo oggi…

 

In sintesi: Abbiamo davvero un gran bisogno di un nuovo modo per formare `ulamā’, con la sola condizione che essi non debbano mai essere di palazzo, ma che siano piuttosto `ulamā’ indipendenti.

 

Sono davvero meravigliato dell’esperienza della scuola dei deobandi nella formazione di `ulamā’ indipendenti, i quali non seguono il governo,  avendo pareri indipendenti sulle questioni riguardanti la Ummat.

 

Se siamo alla ricerca di libertà, il primo a meritare la libertà è proprio l’`ālim, il quale emette fatāwā in rapporto alla questioni inerenti la nostra vita o la nostra morte.

Questo `ālim dovrebbe soddisfare tutti i requisiti per emettere delle fatāwā corrette, il primo dei quali è che sia indipendente, non soggetto ad alcuna pressione o condizione imposta dal governante, e via discorrendo.

 

 

http://www.tawhed.ws/r?i=tcu0ktxd

Publié dans Fatawa

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M
<br /> Assalamu aleykum<br /> <br /> Masha'Allah...<br /> <br /> <br />
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